COLMO
Colmare, riempire, rabboccare. Un gesto di lungimiranza per trattenere ciò che sennò scapperebbe via.
Sei vasi dai profili antichi, la cui funzione prima, in un tempo che ci sembra lontanissimo e mitico, era custodire, proteggere.
Dal sole, da occhi indiscreti.
Ma un contenitore è valido anche fine a se stesso, da solo, vuoto?
Sei artiste delineano superfici complesse e minimali, arcaiche ed emblematiche lungo il punto di domanda che regola il delicato equilibrio tra arte e design, tra rapimento spirituale e funzionalità. Un punto di domanda che si riflette in un allestimento teso a innalzare la molteplicità di un tutto organico, poli-materico e dalle prospettive frastagliate.
Una dinamica visiva che si contrappone alla verticalità immobile della vetrina, dove l'antico gesto viene ridisegnato nella sua funzione primordiale, congelata, secca ma viva e cangiante.
Francesca Verardo

Architetto di formazione, coltiva la sua passione per la ceramica formandosi con maestri ceramisti italiani e internazionali. Nel 2013, dopo l'incontro con David Roberts, fondatore del movimento Naked Raku in Europa, apre il proprio laboratorio a Pordenone.

Francesca Verardo progetta e realizza forme pure e complesse perseguendo un design minimale e geometrico. Predilige il grès e la porcellana in finiture opache e monocrome. Dedica gran parte della sua ricerca allo studio delle superfici e alla loro mutevole capacità di relazionarsi con la luce.

Affascinata dalla ceramica perché portatrice di un sapere evolutosi nei secoli, cerca di rappresentare nel proprio lavoro gli aspetti formali e decorativi della contemporaneità, reinterpretando le tecniche tradizionali.


Vaso Albero
collezione Le Torri,
gres, 2021

Questo vaso è una composizione di due volumi puri e trova ispirazione nel mondo dell'architettura, nell'archetipo della torre, da cui la collezione prende il nome. Il suo profilo ondulato presenta un susseguirsi continuo di parti concave e convesse, definito dall'alternarsi costante di luce e ombra, che sfiora o colma le sue venature.

Dimensioni: altezza 27cm, diametro 18cm

Tecnica di realizzazione mista





Chiara Zoppei

Classe 1991. Frequenta il liceo artistico U.Boccioni optando per l'indirizzo grafico visivo. Nel 2013 si laurea in design degli interni al Politecnico di Milano e nel mentre lavora come fotografa di alimenti e still life. Segue diversi corsi di ceramica, specializzandosi poi nella lavorazione al tornio frequentando per 2 anni i corsi alla scuola Cova, dove poi comincia a insegnare. Dal 2019 insegna tornio anche nello studio di Jacopo Lupi - Ceramic Studio Milano e nel contempo apre il suo laboratorio ZakiraLAB, dove si dedica alla produzione.

Anima sporca
Terracotta smaltata, 2021

"Se foste solo un fiume
un fluido vitale
e distruttivo
un eterno movimento
uno specchio dell'essere
avreste l'essenza
la vita dentro voi
non sentireste più
marcire il pensiero
il fiato contrito
ma anche succube
di tutto ciò che accade
Se non foste solo anime
complici ed ignare
che ad occhi confusi
il rimedio è stato tolto"


Debora Tollin
Imperfetta perfezionista, gioco con la ceramica sperando che diventi la mia professione.

Da una passione nata tra i banchi di scuola e riscoperta alla soglia dei trent'anni, nasce XIO Creative Ceramics, un progetto personale a cui mi dedico con entusiasmo.

E proprio da questo prende il nome XIO, che significa per io, per me. Perchè la ceramica, dall'ideazione alla lavorazione, dalla decorazione alla cottura, è tempo che ritaglio e dedico a me stessa.

White lines
Paper-clay, 2021

White Lines è un vaso in fine porcella bianca paper-clay, un particolare impasto che rende questo materiale così pregiato ancora più leggero, grazie alle fibre della carta al suo interno. La trama delicata di questo vaso punta proprio ad esaltare questo materiale, lasciato completamente al naturale.
Ekaterina De Andreis

Ekaterina De Andreis è un artista sperimentale nasce nel 1981 a San Pietroburgo in Russia.
Attualmente lavora tra Bergamo e Milano dove collabora con diversi studi e gallerie d'arte. Durante
gli studi artistici all'Accademia di Belle Arti Carrara a Bergamo (2014) e poi all'Accademia di
Belle Arti di Brera a Milano (2016-2021) intraprende lo studio più approfondito della tecnologia
della ceramica. Riconoscendo nell'argilla un forte potenziale di medium artistico per l'espressione di
sé stessa e delle sue idee, essa costruisce nel tempo la propria ricerca sperimentale attorno alle
tematiche che riguardano principalmente l'uomo e il suo "contenitore" culturale, religioso, sociale,
ambientale, etico ed ecologico. Utilizza in maniera libera e non convenzionale l'argilla
combinandola con le altre materie non eterogenee tra di loro.

Nel celeste
Terracotta/paper clay, spray acrilico

L'opera Nel Celeste allude ad una forma ancestrale della cultura dell'antica Grecia. Sembra che il
manufatto, simile ad un'anfora, sia stato prima decostruito e poi ricostruito, o addirittura sembra che
l'oggetto sia stato "restituito" direttamente dalla stessa terra come una prova della natura dell'uomo
e del suo atteggiamento: prendere, sfruttare, distruggere, dimenticare per poi illudersi di rimettere
tutto al suo posto. Anche la Natura, la Terra subisce questa influenza da parte dell'uomo, cambia
senza aver modo di rinnovarsi e riprendere la sua forma naturale; riporta i segni di fratture e di
fragilità.

Infatti, per realizzare questa scultura l'artista ha dovuto frantumare, macerare diversi materiali a sua
disposizione per poi rimescolarli tutti insieme in un impasto comprendente la cellulosa. Con i pezzi
della terra rossa semi asciutta attraverso il processo di assemblaggio l'artista ha cercato di
ricostruire una forma riconoscibile dall'immaginario collettivo. Tale procedimento nonostante la
presenza di cellulosa, che a sua volta permette l'assemblaggio di pezzi di argilla, non consente
precisa realizzazione della forma precedentemente definita e studiata dall'artista, ma solo
avvicinarsi all'idea. La scultura una volta realizzata è stata ricoperta a crudo con lo spray acrilico di
colore celeste, quale da un lato fa pensare al cielo e all'infinito, alla possibilità, ma che da un altro
lato essendo un colore piatto e senza le sfumature, riporta al pensiero di un processo di natura
artificiale ed illusorio.
Nina Salsotto Cassina

Unurgent Argilla è un vocabolario di materiali naturali, uno studio di ciò che ci circonda, ripetuto su vasi sferici. Ogni oggetto è fatto con il materiale raccolto in un posto specifico. Tutta la pratica di Unurgent Argilla si occupa di conoscere attraverso la materialità. I vasi che ne risultano sono un modo tangibile per pensare a un luogo e memorie autobiografiche dell'artista.

Fondata nel 2019 a Londra da Nina Salsotto Cassina, Unurgent Argilla ha attualmente sede a Milano. Lo studio si occupa di ricerca di materiali naturali locali e del loro utilizzo in ceramica.

Pantelleria n10.
Gres, Roccia vulcanica di Pantelleria, 2021

Questo vaso fa parte di una serie di studi visivi e fisici sui vulcani: una collezione continua realizzata con rocce laviche e argille vulcaniche raccolte a mano.

Il vaso è realizzato al tornio, stampato con l'origine del suo materiale. L'aspetto liquido della roccia nel corpo argilloso è un richiamo immediato al fuoco e al calore che hanno prodotto sia le rocce laviche che i vasi.
Eka Sivertseva

Ekaterina nata nel 1991 in URSS a Mosca. Dopo aver studiato economia nel 2020 entra in Accademia di belli arti di Venezia dove inizia il percorso di scultura. Poco dopo scopre che l'approccio accademico toglie la parte più bella dell'arte - il divertimento. Crede che l'arte sia soprattutto il processo, una volta che è finita l'opera sparisce e diventa poco importante.

Future archeology
terracotta, 2021

Cosa avrebbero detto i nostri discendenti se avessero trovato i frammenti rotti di questo vaso nel futuro?

Probabilmente lo avrebbero indentificato come un vaso da principiante - storto, imperfetto, fatto velocemente e con poca cura. Forse si troverebbero a loro agio scoprendo che noi, gente del passato avevamo gli stessi loro difetti.
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